Via Maja

Ovvero salita alla Cima Clapadorie (1756 m) per versante Nord

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Quando entrammo nel vallone del Rio Serai questa primavera (vedi) rimanemmo affascinati dall'impervia, austera e complicata conformazione della testata della valle. Troneggiano pareti con stratificazioni orizzontali che si ergono sopra ripidi zoccoli parzialmente ricoperti di vegetazione: il tipico greppo! Subito ci dicemmo che era il caso di provarci, rimandando l'ascensione ad estate inoltrata.

Giunto il momento opportuno ci siamo portati sotto le pareti sfruttando un vecchio sentiero che l'odontogreppista ha opportunamente (?) segnalato.

La decisione di che strada prendere ci è stata dettata dalla ricerca delle minori difficoltà.

E anche dalle piste dei camosci.

Due immagini del luogo più bello del vallone: una carnizza alla base di pareti dove confluiscono alcuni canaloni.

Nonostante la grande esperienza di greppo che io e Stief ci siamo fatti, la ricerca dei passaggi migliori ci ha notevolmente impegnato e qualche errore lo abbiamo fatto.

Cenge da brivido, canaloni imperscrutabili e costoni di mughi.

La Punta Salvotis: prossimo obiettivo?

Una piramide umana poco sotto lo sperone ben visibile nella foto ci ha aperto la strada verso la vetta.

In Cima Clapadorie verso il Plauris.

Dalla cima il vallone di Serai. Millequattrocento metri di ripida salita.

Il Passo Maleet a cui tende il sentiero sarà la nostra via di discesa.

Sei ore di salita lungo un versante probabilmente mai percorso, con roccia poco stabile ed erba umida, con fango che sporca le suole e rende difficoltoso procedere in arrampicata. Una prova di coraggio e di maturità. Sembrerebbe un azzardo avventurarsi in certi ambienti, ma il greppismo è anche questo; l'avventura non si vive sul divano!

Grazie all'oscuro, ma indispensabile ruolo del segaossi.

Dedichiamo la via all'amica greppista dell'Alta Carniola.